Stanley in Jazz
io e il jazz
Real Teatro Santa Cecilia
L’anima jazz di Stanley Kubrick e dei suoi film spartiacque che sono stati capaci di modificare il patrimonio genetico della storia del cinema. Nel decimo appuntamento di “Io e il jazz” (15 aprile, ore 21.15 al Teatro Santa Cecilia) Franco Maresco ha deciso di indagare su questo aspetto meno consueto del grande regista americano. Come al solito, lo farà in forma di spettacolo con l’ausilio del suo ensamble d’eccezione: Salvatore Bonafede al pianoforte, Vito Giordano alla tromba e al fricorno, Nicola Giammarinaro al clarinetto, con la partecipazione straordinaria del cantante e performer Ernesto Tomasini. Per l’occasione, Maresco ha voluto accanto a sé il regista teatrale e studioso di cinema Umberto Cantone, in qualità di esperto del cinema di Kubrick, per raccontare il rapporto tortuoso e fruttuosissimo di Kubrick con la musica, a partire dalla sua giovanile passione da batterista e da appassionato di swing e, in particolare, di Benny Goodman. Attraverso rari filmati e una intelaiatura musicale che rielaborerà in chiave jazz i più celebri motivi delle sue colonne sonore, la serata rievocherà il rapporto organico tra Kubrick e la musica del Novecento, la collaborazione con personalità importanti come Nelson Riddle, di sperimentatori come Wendy Carlos (nata Walter), di attori come Scatman Crothers (il custode di Shining, gran virtuoso dello “scat”), oltre alla valorizzazione di famose canzoni utilizzate in chiave ironica come Singin’in the Rain per Arancia meccanica, We’ll Meet Again per Stranamore, o Midnight, the Stars and You per Shining, che verranno eseguite nel corso della serata. Stanley in Jazz sarà dunque l’occasione per esplorare il talento vulcanico di questo demiurgo del cinema che ha fatto della musica il fondamento del proprio impareggiabile stile.
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